Cosa Vedere a Bergamo
Parco dei Colli di Bergamo
Il Parco dei Colli di Bergamo è un parco naturale della Lombardia, chiuso tra i fiumi Brembo e Serio. È sovrastato dal monte del Canto Alto (1.146 m) e arriva fino alle colline della città di Bergamo.
Quest'area protetta di 4.700 ettari, che comprende la zona storica di città Alta e delle colline da Bergamo, presenta numerosi terrazzamenti con orti, vigneti e prati. Il Parco è considerato il polmone verde della città dove vi è la presenza di un orto botanico con un percorso didattico.
Il Parco dell'Adda Nord comprende i territori di pianura attraversati dal fiume Adda, a valle del lago di Lecco. In questa parte il fiume si snoda all'interno di un paesaggio dalle caratteristiche ambientali uniche. Il parco venne istituito nel 1983 e ha una superficie di 5580 ettari. Nell'ambito del parco sono presenti testimonianza interessanti di ingegneria idraulica del secolo XIX tra le quali i navigli e le chiuse di Leonardo a Trezzo. Fra le opere di ingegneria civile è notevole il ponte di ferro di Paderno - Calusco. Un esempio di intervento urbanistico legato alla industrializzazione ottocentetesca è il villaggio operaio di Crespi d'Adda.
Riserva naturale Fontanile Brancaleone
Il Fontanile Brancaleone è caratterizzato per la presenza di fauna invertebrata di grande interesse scientifico, che gli ha permesso di essere dichiarato riserva naturale. Sono il Niphargus stigocharis italicus e Niphargus transitivus dissonus, crostacei anfipodi di ambiente fratico, che rappresentano una vera rarità da tutelare. Nel fontanile sgorga acqua sorgiva data dalla confluenza tra numerose teste.
Il Monumento Naturale Valle Brunone è un'area naturale protetta situata nel comune di Berbenno, in Valle Imagna, provincia di Bergamo. La zona è facilmente accessibile dalla strada che porta alla Valle Imagna ed è caratterizzata dalla presenza di giacimenti sulfurei di rilevanza mondiale.
Quest'area è percorsa dal torrente Brunone e da varie stradine che portano a cascinali e a piccole frazioni; essa è quasi interamente ricoperta da boschi di latifoglie dove prevalgono il faggio, il frassino, la betulla, il carpino, l'acero e il castagno mentre sono presenti in quantità minore il ciliegio, il pino e la noce. Sono presenti anche delle sorgenti di acqua sulfurea che hanno da sempre rivestito una grande importanza per la cura di alcune patologie.
Il Parco delle Orobie Bergamasche è un parco regionale della Lombardia, istituito nel 1989.
Con una superficie di circa 63.000 ettari il parco include la parte bergamasca delle catena delle Orobie, le cui vette variano tra i 2000 m e i 3000 m di altitudine. Caratterizzato da valli che incidono profondamente il territorio e che alimentano le acque dei maggiori fiumi bergamaschi, quest'area protetta viene definita "parco montano forestale".
Il territorio del Parco viene suddiviso in due nette aree geografiche, la parte settentrionale e la parte meridionale, che hanno aspetti assai differenti. La prima, chiamata il crinale orobico, che ha tendenza da ovest verso est, fa da confine con la Valtellina e il Parco delle Orobie Valtellinesi e presenta rocce scure e sedimentarie continentali o cristalline. La vetta più alta è il Pizzo Coca di 3050m, seguito dal Pizzo Redorta 3038m e dalla Punta di Scais. Considerevoli sono anche le vette del Pizzo dei Tre Signori, il Pizzo del Diavolo di Tenda e il Monte Gleno, su cui si trovano gli ultimi ghiacciai sopravvissuti. La parte meridionale invece è composta da gruppi montuosi isolati, che configurano le prealpi Orobie, formati da rocce chiare, soprattutto dolomitiche e calcaree di estrazione marina. Le vette maggiori sono l'Araralta, il Cancervo, l'Arera, la Presolana, il Ferrante, l'Alben.
La Riserva Regionale Bosco de l'Isola è una riserva naturale regionale situata tra le province di Bergamo, Brescia e Cremona.
Si estende per circa 2 Km lungo l'Oglio ed è caratterizzata dalle frequenti onde di piena del fiume che modificano costantemente il territorio circostante, generando e cancellando gli isolotti ghiaiosi sui quali si può ammirare un'interessante vegetazione.
L'ambiente presenta un notevole interesse naturalistico anche se, a causa della costruzione negli ultimi anni di alcuni argini, l'assetto naturale della zona risulta inferiore a quello del recente passato.
Basilica di Santa Giulia
La Basilica di Santa Giulia di Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, di cui rimane la parte absidale, fu fondata agli inizi del XII secolo in quella parte del territorio che, per la vicinanza dell'omonimo torrente, era chiamata Lesina.
L'edificio ha una struttura architettonica basilicale a tre navate culminanti in tre absidi, l'interno era distribuito in cinque campate di cui sopravvive solo la prima antistante le absidi.
Rimangono oggi, a testimonianza di quello che fu la basilica di Santa Giulia, le tre absidi e la prima campata coperti da tetti non più originali e parti dei muri perimetrali. La parte scoperta, ossia quella priva di tetto, è stata ed è tuttora parte del cimitero di Bonate Sotto con ancora molti tumuli e testimonianze sepolcrali.
Un inopinato restauro settecentesco sopraelevò di circa un metro l'abside centrale e sostituì, variandone la pendenza, la copertura lapidea dei tetti con tegole di terracotta. Il sopralzo è chiaramente visibile nelle immagini relative l'abside centrale dove balza evidente come corpo estraneo, aggiunto successivamente ed alterante l'armonia geometrica originaria
L'abside centrale, attualmente adibita a cappella cimiteriale, è stata affrescata nel 1795 dai pittori svizzeri Baldassarre e Vincenzo Orelli.
I resti della basilica lasciano immaginare la sua forma originaria e testimoniano l'eleganza della sua decorazione architettonica. Di particolare finezza sono i residui capitelli interni, scolpiti in leggere forme zoomorfe, antropomorfe e geometriche mentre sottile e gentile appare l'ornato esterno delle absidi con le finestrelle a doppio sguancio separate da cordonature o semicolonne che slanciano e snelliscono la struttura.
Priorato di Sant'Egidio
Il complesso monastico di Sant'Egidio, diventato presto Priorato di Sant'Egidio, che si trova nella frazione Fontanella del comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII, fu fondato sul finire dell'XI secolo da Alberto da Prezzate, personaggio di grande rilievo nella gerarchia sociomilitare del territorio.
Il Priorato di Sant'Egidio rientra in quella rete di priorati cluniacensi che si diffusero in Europa sotto la spinta della devozione o, per meglio dire, della pietas di potentati appartenenti inizialmente al gruppo sociale dei milites, che oltre alla cura dell'anima erano sensibili ed attenti all'affermazione e alla rappresentazione del potere acquisito.
Si tratta di un atteggiamento mentale, direi ideologico, diffuso nella società del medioevo, specialmente di quel medioevo di mezzo che a grandi passi si avvicinava alla nascita dei comuni: erano i secoli XI e XII.
È il fenomeno del patronato sugli enti religiosi in cui le grandi e meno grandi famiglie si esercitavano non solo come espressione di sincera religiosità ma anche come mezzo di affermazione sociopolitica ed occasione di accrescimento della propria ricchezza. È molto difficile individuare lo spartiacque tra le motivazioni ispiratrici, la religiosa e la politica, mentre è più corretto parlare di loro concomitanza. Sant'Egidio rientrò in quella rete europea di priorati sviluppatasi da Cluny ed attorno a Cluny venendo a fare parte di un ordine la cui benemerenza maggiore fu l'avere promosso la riforma della chiesa e la cui potenza fu presto causa della propria decadenza a chiesa abbaziale di Sant'Egidio costituisce un esempio, di arcaica bellezza, di quel romanico bergamasco che trova espressione anche nella vicina chiesetta di San Tomè di Almenno San Bartolomeo.
L'edificio è a tre navate culminante in tre absidiole lievemente ornate all'esterno. Le pareti interne presentano resti di affreschi del XV e del XVI ancora perfettamente leggibili, anche se sono incerti i personaggi rappresentati.
La chiesa ha subìto nel corso dei secoli numerosi danneggiamenti dovuti sia all'incuria degli uomini che ad attacchi specifici da parte di milizie combattenti nei torbidi medievali, ma anche numerosi restauri alcuni dei quali inappropriati e deleteri. L'ultimo restauro di un certo rilievo, che ne ha concluso un ciclo iniziato nel secolo scorso, risale al 1959/62 e ha restituito la chiesa nello stato attuale; altri restauri di minore peso sono stati effettuati successivamente.
La Rocca
La costruzione della rocca iniziò nel 1331, sul colle di Santa Eufemia, sotto gli ordini di Guglielmo di Castelbarco vicario di Giovanni del Lussemburgo, fu proseguita e ultimata dai Visconti allorché gli successero nel dominio su Bergamo.
I Visconti fortificarono ulteriormente la Rocca consapevoli della sua importanza strategica nello scacchiere militare che li vedeva contrapposti a Venezia.
Per aumentarne la funzione difensiva costruirono sul colle San Giovanni un nuovo complesso militare, la Cittadella, secondo un progetto difensivo che vedeva le due opere integrate nella stessa funzione e racchiudeva la città vecchia in un recinto fortificato. La Cittadella era un'opera imponente e molto vasta, comprendeva oltre la parte costruita sul colle San Giovanni, ancora agibile, anche l'area più a ovest ora occupata dal seminario vescovile.
Museo civico archeologico di Bergamo
Il Civico Museo Archeologico, che si trova in piazza Cittadella n. 9 a Bergamo, si compone di diverse sezioni: preistorica, egizia, romana, paleocristiana e longobarda.
Il museo venne fondato nel 1561 ed ospitato nella loggia sotto il Palazzo della Ragione.
In seguito, nel 1770, la collezione venne trasferita in un edificio sopra il Fontanone.
Dopo l'arricchimento, dovuto alle collezioni del conte Paolo Vimercati Sozzi e di Gaetano Mantovani (che erano state riunite in un unica sede, la Rocca), nel 1960 il museo venne riallestito nel Palazzo Visconteo della Cittadella, sua sede attuale. Con questa sistemazione fu riorganizzato secondo criteri più moderni e con un'attenzione particolare verso la didattica, concretizzata in un più stretto rapporto con le scuole.
Nel 1981 è stato fondato il Centro Didattico-culturale, che si occupa di attività rivolte alle scuole e in questa azione collabora l'Associazione Amici del Museo istituita nel 1982.
E' previsto in un futuro il suo trasferimento in una sede più ampia.
Il Museo Archeologico assume una particolare importanza per la conoscenza storica di Bergamo e del suo territorio, testimoniandone, con i propri reperti, l'evoluzione e le influenze delle genti, che l'hanno attraversati, sullo sviluppo sociopolitico della comunità che vi si andava formando.
Non deposito imbalsamato di muti reperti archeologici ma memoria parlante del percorso storico vissuto dal territorio.
Lo sviluppo espositivo descrive didascalicamente, secondo moderni principi museali, le avvenure della storia che ha interessato la bergamasca dalle più lontane origini al basso medioevo.
Il museo pubblica anche la rivista Notizie Archeologiche Bergomensi.
Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo situato in Città Bassa nel palazzo rinascimentale Bassi Rathgeb contiene le raccolte del Vescovo Adriano Bernareggi.
Si tratta di un museo a carattere religioso che espone oggetti liturgici e di culto oltre ad alcune opere provenienti dal territorio bergamasco sempre a carattere religioso.
l Museo Donizettiano è situato in Città Alta nel palazzo della Misericordia Maggiore, sede dell'Istituto Musicale Gaetano Donizetti.
Contiene ed espone cimeli donizettiani, tra i quali primeggiano gli arredi della stanza in cui l'artista morì. I cimeli provengono dalla collezione della baronessa Giovanna Ginevra Rota Basoni Scotti e ad essi se ne sono aggiunti altri provenienti dalla biblioteca Angelo Mai.
Una ricca raccolta di ritratti, immagini e partiture completano le opere esposte.
La Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea (GAMEC) di Bergamo si trova in via San Tomaso 53, di fronte all'Accademia Carrara, della quale costituisce un ampliamento formatosi grazie ad acquisti, lasciti e depositi di privati.
L'edificio è situato negli spazi dell'ex monastero delle Servite e delle Dimesse, un tempo adibito ad uso militare, ed è stato recuperato alla funzione attuale grazie ad intervento di restauro, realizzato dal Comune di Bergamo e dal Credito Bergamasco che prevede anche la connessione al Parco Suardi. La Galleria, che allestisce anche mostre temporanee, è stata inaugurata nel 1991.
Il museo, che consta di dieci sale su tre piani, è diviso in quattro nuclei principali: la Collezione Manzù, la Raccolta Spajani e la Raccolta Stucchi e la sala Caleidoscopio. Raccoglie sculture, dipinti e disegni di artisti italiani e stranieri del Novecento, una raccolta di modelli per medaglie donata da Vittorio Lorioli, oltre ad acqueforti di Trento Longaretti, incisioni di Giovanni Fattori e di Carlo Carrà, due ambienti futuribili di Joe Colombo ed un archivio di 623 fotografie.
Dal 1998 la Galleria promuove il Premio Internazionale Arte e Letteratura "Sergio Polillo".
Il Museo Matris Domini è situato nella parte antica dell'omonimo monastero domenicano, nel centro della città di Bergamo.Espone gli affreschi duecentechi del refettorio e della primitiva chiesa oltre ad affreschi trecenteschi di grande interesse storico ed artistico.
Tra gli altri, risaltano per valenza pittorica e per l'emozione che suscitano nel visitatore i Giusti, i Beati, due Angeli tubicini che meravigliano per la loro dolcezza, San Pietro in trono, l'Inferno attribuiti al Maestro dell'Albero della Vita.
Altri affreschi che suscitano una particolare emozione sono quelli rappresentanti Gesù tra i Dottori, il Battesimo di Gesù, la Madonna in trono col Bambino, il Miracolo della ruota di Santa Caterina di Alessandria, San Martino e il povero, l'Entrata di Gesù in Gerusalemme, il Giovane caduto da cavallo, che raffigura il miracolo della rianimazione di Napoleone Orsini effettuato da San Domenico. Queste opere assieme alla Visitazione sono state attribuite al Primo Maestro di Chiaravalle.
Il Museo di Scienze Naturali Enrico Caffi di Bergamo, situato in Città Alta nella Cittadella vicino al Museo Archeologico di Bergamo, espone in due sale delle raccolte di vertebrati, di farfalle e di bachi da seta, mentre la sezione dedicata alla minearologia presenta una ricca raccolta di materiale.
Il museo è nato nel 1871 e in esso si possono trovare quasi tutte le discipline scientifiche
Molto importante è la sezione dedicata all'etnografia contenente la raccolta Beltrami con reperti relativi ai nativi nordamericani.
La sezione delle farfalle può vantare quasi l'intera collezione di Antoniò Curò, ovvero circa 12.000 esemplari, non tutti in esposizione
Il visitatore, entrando nel museo, non può che rimanere colpito dall'imponente ricostruzione di un Mammut e del suo piccolo. Sono numerosi gli scheletri e le ricostruzioni di dinosauri, tra cui un rettile volante preistorico. Nella sezione paleontologica sono esposti reperti unici al mondo, dando una particolare attenzione ai reperti bergamaschi.
Particolare attenzione è riservata all'attività didattica e alla interattività, infatti nel museo si possono toccare molti reperti e usare dei microscopi elettronici, o leggere libri o addirittura usare vetrine tattili (contrassegnate dalla scritta "Il museo da toccare"). Questa particolare interattività è tipica di tutti i musei di Bergamo. Particolare attenzione anche per i non vedenti: a loro sono riservati un apposito percorso con scritte in Braille.
Il Museo Storico di Bergamo si trova in Città Alta, all'interno della Rocca per la sezione espositiva ottocentesca (1797-1870), mentre gli uffici, la biblioteca, gli archivi sono collocati nell'ex convento di San Francesco che offre, anche, ampi spazi per manifestazioni e mostre temporanee.
L'edificio che ospita il museo vero e proprio, la cosiddetta Scuola Bombardieri, fu costruito dentro il mastio della rocca nel XV secolo durante la dominazione veneziana.